Nei mesi scorsi erano già stati identificati parte del muro e del pavimento, adesso sono stati messi in luce due fori di palo di grandi dimensioni, che si possono meglio interpretare come i resti del colonnato centrale. La ceramica rinvenuta in prossimità dei fori di palo è stata datata intorno al 650-625 a. C., incluso un vaso dalla forma allungata (lekythos) di stile protocorinzio con animali che pascolano.
FOTO I reperti ritrovati a Selinunte
L'importante scoperta è avvenuta nel corso della campagna di scavi compiuta nell'ambito della convenzione tra il dipartimento dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, il Parco Archeologico di Selinunte e l'Institute of Fine Arts della New York University con l'equipe diretta dal professor Clemente Marconi.
"È un'altra scoperta eccezionale - ha detto l'assessore regionale dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, Sebastiano Missineo - dopo quella effettuata nelle scorse settimane nella parte sud della Villa del Casale di Piazza Armerina. È la prova, se ancora ce ne fosse bisogno, che la Sicilia è un giacimento di tesori ancora in parte inesplorato, che devono essere tutelati e conservati per non lasciarli all'incuria o, peggio, nelle mani di trafficanti senza scrupoli. Il prestigio e il valore artistico di questi ultimi ritrovamenti, ottenuti grazie a importanti collaborazioni internazionali, conferma il ruolo innovativo dei parchi archeologici nel settore dello sviluppo della cultura e della ricerca, così come dimostrano i risultati ottenuti a Selinunte".
Le ricerche, che si sono concentrate sul Tempio R, collocato subito a sud del Tempio C, hanno confermato le ipotesi formulate negli anni passati in base all'indagine all'esterno dell'edificio. In età ellenistica, verso il 300 a. C., l'interno del tempio R - così come si evince dallo scavo - è stato colmato con uno spesso riempimento di tegole, terra e anfore da trasporto, alto più di un metro.
Il risultato è stato di avere integralmente sigillato i livelli arcaici e classici del Tempio R, facendo oggi ritrovare perfettamente conservato il piano pavimentale del V sec., con abbondanti tracce di incendio, devastazione, e nel quale si sono rinvenute punte di frecce, riferibili alla presa cartaginese della città nel 409 a. C ma anche i frammenti di una lekythos attica a fondo bianco (ca. 480 a. C.) confrontabile in stile con analoghe opere del pittore Douris, o i frammenti delle terrecotte architettoniche policrome del Tempio C e di altri edifici arcaici dell'Acropoli.
Ancor meglio leggibile è il piano pavimentale di età arcaica: questo includeva, accuratamente incastrata nel pavimento all'interno della cella, una statuetta in terracotta della dea del tempio (più probabilmente Demetra), con basso polos e ampio mantello, databile con precisione agli anni intorno al 570 a. C. Contro i muri est e sud dell'edificio, all'interno della cella, sono state rinvenute numerose offerte votive che includono un numero significativo di vasi con funzione rituale, ceramica importata e terrecotte figurate, armi in ferro e in bronzo, ed elementi di ornamento personale, come braccialetti e vaghi di collana o un pendente configurato a torello di produzione egizia o fenicia.
Particolarmente significativo, tra queste offerte votive, un flauto in osso, ben conservato per due terzi della lunghezza originaria, e deposto attorno al 570 a. C. assieme ad un piccolo vaso corinzio. La dedica del flauto fa chiaramente riferimento a spettacoli musicali e danze collegate al culto della dea, raffigurate su una serie di vasi corinzi dedicati nell'area del Tempio R.
"I recenti scavi - ha spiegato Caterina Greco, dirigente responsabile del parco archeologico di Selinunte - hanno prodotto risultati della massima importanza per la nostra conoscenza non solo dell'area di studio, ma anche e soprattutto della storia del sito archeologico nella sua totalità. Si tratta di un recupero straordinario realizzato con fondi della New York University e con il coordinamento della direzione del Parco, una sinergia che a Selinunte ha prodotto i primi frutti di un moderno modello di gestione dell'indagine scientifica. Un apprezzamento, inoltre, alla squadra guidata dal professor Marconi, in cui operano fianco a fianco archeologi, architetti, antropologi, restauratori, disegnatori, esperti informatici, un gruppo in grado di elaborare e di disporre in tempo reale dei dati giornalmente acquisiti sul campo".
"Questo predecessore del Tempio R - conclude Clemente Marconi, professore all'Institute of Fine Arts della New York University e responsabile dello scavo per la parte americana - è al momento il tempio più antico di Selinunte, e uno dei templi più antichi fin qui scavati in Sicilia. Le ulteriori ricerche potranno fornire ulteriori chiarimenti circa le dimensioni e la pianta dell'edificio: si tratta comunque di una scoperta notevole, che dimostra come la costruzione dei templi delle principali divinità della polis fosse uno degli atti eseguiti alla fondazione delle colonie, e non piuttosto un fenomeno di una o due generazioni più tardi, come suggerito dalla letteratura più recente".
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/07/11/news/ritrovati_a_selinunte_i_resti_di_un_tempio_arcaico-38892665/
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